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LA STORIA BIANCOROSSA
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[ Gli inizi: 1902-1919 ] [ Si ricomincia: 1919-1930 ] [ Verso la guerra: 1930-1945 ] [ Il dopoguerra:1945-1955 ] [ Il "ventennio": 1955-1975 ] [ Ascesa e declino: 1975-1985 ] [ Verso il duemila: 1985... ]
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Il
"ventennio" (1955/1975) |
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Può
essere così chiamato questo splendido periodo nella storia del
calcio vicentino, caratterizzato da 20 stagioni consecutive nella
massima serie.
In questo periodo giocano a Vicenza atleti ormai entrati
nell'immaginario collettivo degli sportivi berici, giocatori come
Giulio Savoini (detentore del primato di presenze in biancorosso con
317 gettoni, raccolti dal 1953 al 1966), Sergio Campana, Luigi
Menti, Mario David (primo biancorosso ad entrare in Nazionale),
Giorgio De Marchi, il portiere Franco Luison, senza dimenticare il
"mitico" Luis Vinicio capace di infiammare la platea del
"Menti", tanto per citare i più presenti. Vestiranno la
maglia berica per qualche stagione anche giocatori come Giorgio Puia
(successivamente al Torino nonché in Nazionale), Sidney Cunha
Cinesinho (regista sudamericano di gran pregio), Nevio Scala e
Giuseppe Damiani (destinati a far carriera con le grandi squadre).
La presidenza è contraddistinta da nomi di prestigio, a cominciare
dal dott. Rodolfo Gavazzi (primo presidente dopo la fusione),
passando poi per il dott. Fedele Lampertico, l'ing. Piero Maltauro,
il senatore dott. Delio Giacometti e per finire con il dott.
Giuseppe Farina, vero "deus ex machina" del calcio
vicentino tra il 1968 e il 1980.
In panchina si distinguono Roberto Lerici (vincitore del
"Seminatore d'oro" nel 1961), Manlio Scopigno (scudettato
con il Cagliari) ed Ettore Puricelli, senza dimenticare l'opera di
Umberto Menti, sempre presente nello staff tecnico della società e
pronto a soccorrere la squadra nei momenti difficili.
Il Vicenza inizia bene la sua attività in serie A, salvandosi
sempre senza problemi, ma è con l'arrivo di Vinicio che la squadra
si guadagna l'appellativo di "Provinciale di Lusso",
ottenendo due sesti posti nelle stagioni 1963-64 e 1965-66
(quest'ultima con il brasiliano capocannoniere), mettendo paura alle
grandi.
Com'è sempre nelle belle storie anche il Vicenza deve poi ritornare
alla realtà del grande calcio, infatti negli anni settanta la
permanenza in serie A sarà sempre più faticosa e figlia della
combattività del team biancorosso.
Si entra ormai nel calcio professionistico a tutti gli effetti e
l'escalation finanziaria assume ritmi vertiginosi, con le leggi del
mercato che predominano sulla passione; perciò non è più
sufficiente il sano attaccamento ai colori della maglia, lo
strapotere economico delle grandi città comincia a delinearsi nel
mondo del pallone.
Dunque le cosiddette società "di provincia" devono sempre
più fare i conti col bilancio, le cui entrate principali sono
rappresentate dalla vendita dei giocatori più talentuosi.
Da segnalare come nota di cronaca l'introduzione da parte della
Federazione della possibilità di effettuare i cambi a partita in
corso, tutto ciò a partire dalla stagione 1968-69. La F.I.G.C.
dispone che si possa cambiare un giocatore e il portiere, mentre in
panchina oltre all'allenatore, al dirigente accompagnatore, al
medico sociale e al massaggiatore ci possono andare più giocatori,
i quali a sostituzioni terminate devono tornare negli spogliatoi,
anche se la partita non è finita. |
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