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LA STORIA BIANCOROSSA
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[ Gli inizi: 1902-1919 ] [ Si ricomincia: 1919-1930 ] [ Verso la guerra: 1930-1945 ] [ Il dopoguerra:1945-1955 ] [ Il "ventennio": 1955-1975 ] [ Ascesa e declino: 1975-1985 ] [ Verso il duemila: 1985... ]
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Si
ricomincia (1919/1930) |
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L'inizio
dell'attività del Vicenza dopo la catastrofe della guerra è
comprensibilmente difficile, infatti più di qualche atleta ha dato
il sacrificio estremo alla Patria, inoltre le strutture sono del
tutto inutilizzabili.
Le prime partite della rinascita, i berici le disputano in campo
neutro, almeno fino a quando non è costruito in Viale Verona un
nuovo impianto sportivo, sempre con annessi spogliatoi in legno. Il
campo è solennemente inaugurato il 22 giugno 1919 in una cornice
patriottica, alimentata dalla squadra avversaria, la Triestina,
rappresentante della città appena ritornata italiana. In quell'anno
si disputano solo amichevoli, e la ripresa agonistica vera e propria
si avrà con il campionato Veneto 1919-20 con il Vicenza che
conclude al quarto posto.
La ricostruzione dell'A.c.VI nel dopoguerra è lunga e laboriosa,
alla presidenza della squadra berica si alternano nomi quali:
Friederichsen, Giacomo Sartea, il Ten. Gen. Luigi Maglietta e quindi
il cav. Riccardo Sebellin in carica dal 1921 al 1925.
Sono anni difficili anche per la squadra, si deve allora ripartire
da zero, dal campionato di Terza Divisione (l'attuale serie C), una
categoria che a Vicenza sta stretta e sarà presto abbandonata.
La ricostruzione passa per le mani d'allenatori stranieri di nome e
fama internazionale quali gli ungheresi Sedlacek, Wilheim e Bekey.
In questa delicata fase arrivano a Vicenza anche i primi stranieri,
sempre di scuola magiara, si tratta di Horwart e Molnar.
I gironi di Seconda e Terza divisione vedono la partecipazione di un
numero maggiore di squadre, per cui il Vicenza si trova a disputare
incontri con realtà sportive fino ad allora sconosciute, spaziando
per il Nord-Est dell'Italia.
La cronaca sportiva di quegli anni narra di campionati disputati con
alti e bassi, di rilievo la stagione 1924-25 con il Vicenza primo
insieme all'Udinese e vittorioso negli spareggi, ma viene poi
penalizzato a causa di una partita giocata in Ungheria dal suo
giocatore straniero, Horwart, a campionato in corso.
Nel periodo analizzato in questo capitolo due figure sono da
ricordare per l'importanza che hanno avuto per il calcio berico,
seppur in modi diversi.
Il primo da ricordare risponde al nome di Piero Spinato, maggior
realizzatore biancorosso di tutti i tempi con ben 121 reti in 197
presenze in campionato (in totale 256 partite e 165 reti segnate
considerando amichevoli etc.) dal 1927 al 1937, anche allenatore.
Sarà alla guida della squadra nella storica promozione in serie A
al termine del campionato 1941-42.
Nel 1928 invece entra nell'orbita biancorossa il marchese Antonio
Roi, autentico mecenate del calcio vicentino, presidente della
società a più riprese fino al 1944 e sempre presente nella società
cui dedicò ogni risorsa, fisica ed economica. |
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